Lunedì 31/03/2025 Cafè Des Arts, Via San Massimo 4a, ore 21.00, Torino
Really The Blues
Aut Records
Aut Records
Un clarinetto “solo” in viaggio nel blues
Alberto Popolla, clarinetti, basso, oggetti.
Special guest Ferdinando Faraò, batteria, percussioni.
Special guest Ferdinando Faraò, batteria, percussioni.
Da Jelly Roll Morton a Eric Dolphy, da Blind Willie Johnson a John Carter, passando per Mezz Mezzrow, Jimmy Giuffre, Milt Jackson e Randy Weston, Really The Blues è un profondo ed emozionante viaggio dentro e intorno alla Bluesland.
Alberto Popolla, clarinettista dei Roots Magic, questa volta costruisce ed elabora in perfetta solitudine il suo mondo fatto di tradizione e avanguardia, Delta e New Orleans, blue notes e sperimentazioni, silenzi, abrasioni e tonalità tenui; un universo organico e coerente che riscrive e reinterpreta la storia afroamericana e della sua espressione musicale per eccellenza, il Blues.
L’ebano del clarinetto, il tapping del piede e una “pedaliera” di oggetti raccontano di una musica ancora vitale e ricca di suggestioni, dall’intimo significato spirituale, tratteggiando una narrazione appassionata attraverso uno strumento cardine della storia del jazz e del blues. Ad impreziosire il live, i suoni profondi ed evocativi del basso elettrico, corredato di effetti e loop station. Il materiale sonoro, oltre ad affascinanti ed immortali composizioni di alcuni fra i più importanti jazzisti, è arricchito da brani originali, scritti dal clarinettista e dai suoi compagni di viaggio dei Roots Magic, il sassofonista Errico De Fabritiis e il contrabbassista Gianfranco Tedeschi.
“Era una banda mista di neri e bianchi, gli uni accanto agli altri, tutti così intenti a soffiare da farsi scoppiare le vene del collo. E fu allora che imparai dai neri a snocciolare le mie pene nel canto. Intonavano i blues su un ritmo lento e dolente, mattina, mezzogiorno e sera; li cantavano nelle loro celle, li cantavano nel cortile, dove le squadre di lavoro trasportavano mucchi di carbone. E quella musica mi sorresse per tutta la vita”.
Mezz Mezzrow
Alberto Popolla, clarinettista dei Roots Magic, questa volta costruisce ed elabora in perfetta solitudine il suo mondo fatto di tradizione e avanguardia, Delta e New Orleans, blue notes e sperimentazioni, silenzi, abrasioni e tonalità tenui; un universo organico e coerente che riscrive e reinterpreta la storia afroamericana e della sua espressione musicale per eccellenza, il Blues.
L’ebano del clarinetto, il tapping del piede e una “pedaliera” di oggetti raccontano di una musica ancora vitale e ricca di suggestioni, dall’intimo significato spirituale, tratteggiando una narrazione appassionata attraverso uno strumento cardine della storia del jazz e del blues. Ad impreziosire il live, i suoni profondi ed evocativi del basso elettrico, corredato di effetti e loop station. Il materiale sonoro, oltre ad affascinanti ed immortali composizioni di alcuni fra i più importanti jazzisti, è arricchito da brani originali, scritti dal clarinettista e dai suoi compagni di viaggio dei Roots Magic, il sassofonista Errico De Fabritiis e il contrabbassista Gianfranco Tedeschi.
“Era una banda mista di neri e bianchi, gli uni accanto agli altri, tutti così intenti a soffiare da farsi scoppiare le vene del collo. E fu allora che imparai dai neri a snocciolare le mie pene nel canto. Intonavano i blues su un ritmo lento e dolente, mattina, mezzogiorno e sera; li cantavano nelle loro celle, li cantavano nel cortile, dove le squadre di lavoro trasportavano mucchi di carbone. E quella musica mi sorresse per tutta la vita”.
Mezz Mezzrow
Per l’occasione il concerto sarà diviso in due set: il primo in solo e il secondo in duo con il batterista, nonché direttore della prestigiosa Artchipel Orchestra, Ferdinando Faraò. I due si sono esibiti insieme in differenti organici e formazioni, suonando in rassegne e festival jazz di tutta Italia.
Set 1 – Alberto Popolla, clarinetti, basso, oggetti
Set 2 – Alberto Popolla, clarinetti, basso. Ferdinando Faraò, batteria, percussioni
Set 2 – Alberto Popolla, clarinetti, basso. Ferdinando Faraò, batteria, percussioni